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Il Cantone può vietarmi di installare un riscaldamento elettrico?
Il divieto di utilizzare il riscaldamento elettrico serve sia alla protezione dell'ambiente che alla sicurezza dell'approvvigionamento. È quindi nell'interesse pubblico e conforme alla Costituzione, come ha confermato il Tribunale federale nella sua sentenza del 23 marzo 2023.
Il divieto di installare riscaldamenti e boiler elettrici permanenti è nell’interesse pubblico, in quanto sostiene i principi di protezione dell'ambiente e di politica energetica ecologica ed economica, sanciti dalla Costituzione. Inoltre, in virtù del periodo di rinnovo concesso e delle possibili eccezioni, la legge cantonale sull'energia risulta essere proporzionata. Se il divieto di riscaldamenti e boiler elettrici tocca la garanzia della proprietà, è comunque in concreto costituzionale.
L'elettorato vieta il riscaldamento elettrico
L'elettorato zurighese ha approvato la legge cantonale sull'energia, che vieta i riscaldamenti ed i boiler elettrici permanenti e prescrive un termine di risanamento al 2030 per gli impianti esistenti. Due persone presentano un ricorso in materia di diritto pubblico contro questa legge. Il Tribunale federale esamina il ricorso nell'ambito dell’esame astratto delle norme e lo respinge.
Divieto di riscaldamento elettrico nell'interesse pubblico
I riscaldamenti ed i boiler elettrici non sono efficienti dal punto di vista energetico. Come scrive il Tribunale federale, danneggiano l'ambiente. Inoltre, mettono in pericolo l'approvvigionamento energetico, poiché in Svizzera c'è il rischio di una carenza di elettricità. Un divieto di questi impianti è quindi nell'interesse pubblico.
Riscaldamenti elettrici fortemente regolamentati per decenni
Dal 1991 a livello nazionale valgono requisiti severi per l’autorizzazione di riscaldamenti elettrici permanenti. Secondo il Tribunale federale, quindi, il divieto cantonale «non è stato emanato all'improvviso e in modo imprevedibile». Piuttosto, era «basato su uno sviluppo di lunga data per escludere i riscaldamenti elettrici». Il termine fissato dalla legge cantonale per il rinnovo degli impianti esistenti era quindi il «passo logico successivo».
La maggior parte degli impianti di riscaldamento elettrici installati prima del 1991 raggiungerà la fine della propria vita utile alla scadenza del termine di risanamento. La maggior parte dei proprietari dovrà quindi sostituire gli impianti in ogni caso. Inoltre, la legge cantonale prevede diverse eccezioni al divieto. Di conseguenza la legge cantonale sull'energia è proporzionata.
Il divieto di un metodo di riscaldamento non è esproprio
Non sussiste alcun diritto a che l'ordinamento giuridico attuale non cambi. Se una legge tocca il diritto di proprietà costituzionalmente protetto, è dato un caso di espropriazione «solo se l'interferenza è particolarmente grave o se viene richiesto al singolo un sacrificio speciale irragionevole». Il divieto di utilizzare riscaldamenti ed i boiler elettrici non raggiunge il livello di gravità richiesto per una restrizione della proprietà che richiede un risarcimento. (Si veda anche: «Alta tensione: sarò indennizzato per la perdita di valore della mia casa?»)
Il Tribunale federale ha respinto il ricorso e condannato i ricorrenti a pagare le spese processuali per un importo di 4.000 franchi svizzeri.