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Trasferimento in una scuola privata a causa del bullismo: il comune deve pagare?
Chi è vittima di bullismo in una scuola pubblica non ha automaticamente il diritto di frequentare gratuitamente una scuola privata. Tale diritto sussiste solo se la scuola pubblica non ha adottato misure o ha adottato misure inadeguate contro il bullismo, come confermato dal Tribunale federale nella sua sentenza del 6 dicembre 2022.
Il diritto a un'istruzione scolastica di base sufficiente e gratuita non comprende il diritto alla libera scelta della scuola. In caso di bullismo i genitori devono cooperare con la scuola. Solo se la scuola pubblica non ha preso alcuna misura o non ha preso misure adeguate e il bene del bambino è in pericolo a causa di ciò, il Comune deve coprire i costi per una scuola privata. (Vedi anche: «La scuola deve proteggere mio figlio dal bullismo?»)
Una giovane si trasferisce in una scuola privata a causa del bullismo
La tredicenne è vittima di bullismo da parte delle compagnie di classe. I genitori sono in costante contatto con gli insegnanti per questo motivo. Dopo alcuni mesi il medico che ha in cura la ragazza diagnostica una forte sintomatologia da stress. L'insegnante di classe e l'assistente sociale della scuola ordinano un incontro con i compagni. Il giorno successivo i genitori decidono di mandare la figlia in una scuola privata. Il medico curante appoggia questa decisione.
I genitori chiedono al consiglio scolastico che i costi della scuola privata siano coperti dal Comune. Il consiglio scolastico respinge la richiesta, per cui i genitori presentano, senza successo, un ricorso al Dipartimento cantonale dell'istruzione. Dopo che anche il ricorso al Tribunale amministrativo cantonale viene respinto, i genitori si rivolgono al Tribunale federale con un ricorso in materia diritto pubblico. Anche il Tribunale federale respinge il ricorso.
Nessun diritto alla libera scelta della scuola
La Costituzione federale garantisce il diritto ad un'istruzione scolastica di base sufficiente e gratuita. Tuttavia, come scrive il Tribunale federale, ciò non determina «un diritto all'istruzione migliore o più adatta per un bambino» e quindi nemmeno un diritto a frequentare gratuitamente una scuola privata.
I genitori devono cooperare con la scuola
Se un bambino ha difficoltà nella scuola primaria le autorità scolastiche devono cercare di risolvere il problema insieme ai genitori. Se i genitori non collaborano e mandano il bambino in una scuola privata senza consultare la scuola, devono dimostrare che la frequenza della scuola pubblica mette a rischio lo sviluppo del figlio e che nessun'altra misura avrebbe potuto risolvere la situazione.
Ciò avviene se le autorità scolastiche responsabili non riescono a «disinnescare la situazione con misure adeguate». A titolo di esempio il Tribunale federale cita «una rottura oggettiva e inconciliabile del rapporto di fiducia tra genitori, autorità scolastiche e insegnanti, un'incapacità prolungata delle autorità scolastiche di agire in conformità con i loro doveri, o un bullismo persistente che non può essere controllato con altri mezzi».
Il Tribunale federale non ritiene che questo sia il caso in questione. I genitori avrebbero potuto continuare a parlare con la scuola. Anche il fatto che l'adolescente avesse un rendimento migliore nella scuola privata non giustificava il cambiamento o l'assunzione dei costi da parte del Comune: «A causa dell'immediato cambio di scuola dei ricorrenti le autorità scolastiche non avevano alcuna possibilità di affrontare e risolvere la situazione». Infine, il medico che aveva in cura i ricorrenti aveva raccomandato il cambio di scuola solo «il prima possibile» e non «immediatamente».
Il Tribunale federale ha respinto il ricorso e condannato i genitori a pagare le spese giudiziarie per un importo di 2.000 franchi svizzeri.