Abitare
Un’autorizzazione orale può costituire una licenza edilizia?
No, nella sua decisione del 5 agosto 2020 il Tribunale federale conferma che le assicurazioni orali di un'autorità non sostituiscono in linea di principio una licenza edilizia formale.
Nella zona agricola sono conformi «gli edifici destinati al fabbisogno abitativo indispensabile per la gestione della relativa azienda agricola compreso quello della generazione che si ritira dalla vita attiva». Se un responsabile in seno all'autorità edilizia fornisce comunque una garanzia verbale che il proprietario può edificare un appartamento potenzialmente riaffittabile, può fare affidamento su questa informazione solo a condizioni restrittive.
Il proprietario costruisce quattro stanze invece di tre
Solo al momento dell'ispezione finale l'autorità edilizia scopre che il proprietario di un edificio in zona agricola non solo ha costruito il terzo appartamento approvato, ma anche un quarto appartamento. Il proprietario sostiene che le stanze per la nonna non sono un quarto appartamento e che la persona responsabile dell'autorità edilizia avrebbe acconsentito alla modifica dei piani. Tuttavia, il consiglio comunale chiede al proprietario di rimuovere il quarto appartamento. Il tribunali cantonali e federale hanno confermato il rifiuto della licenza edilizia in sanatoria e della deroga, obbligando il proprietario a smantellare l'edificio e a chiudere l'allacciamento idrico.
Divieto di abitazioni non agricole nelle zone agricole
Secondo il Tribunale federale, c'è «un notevole interesse pubblico nel garantire che non vengano costruiti appartamenti non agricoli nella zona agricola». Le stanze in questione costituivano un appartamento indipendente e potenzialmente riaffittabile, in quanto dotate di ingresso indipendente, angolo cottura e doccia/WC. Il fatto che le camere fossero separate dalle altre solo da una normale porta e da pareti sottili non cambiava questa qualifica, né il fatto che le camere non avessero una propria lavatrice.
I proprietari devono conoscere il fondamento della legge
Il denunciante invoca la buona fede, in quanto la persona responsabile dell'autorità edilizia aveva confermato verbalmente che la conversione non presentava problemi. In effetti, in determinate condizioni, i cittadini possono fare affidamento su informazioni false fornite dalle autorità. Come afferma il Tribunale federale, queste condizioni non sono tuttavia adempiute in questo caso, poiché il proprietario ha informato i funzionari dell’autorità edilizia solo dell'installazione di un «angolo da tè», ma non dell'unità di cucina effettivamente installata e delle altre misure strutturali, come la porta d'ingresso separata: «In queste circostanze i ricorrenti non possono fare affidamento sulle informazioni fornite dal funzionario responsabile, che - come sapevano - non disponeva di tutte le informazioni rilevanti per la valutazione». (Vedi anche: «Il Comune può ridurre le tariffe di parcheggio di un centro commerciale in maniera informale?»).
Il Tribunale federale respinge il ricorso e condanna il ricorrente a pagare le spese processuali per un importo di 4.000 franchi svizzeri.
Aggiornato il 12. Mai 2022